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Notizie dagli Emirati Arabi Uniti

Anche gli Emirati dal 2020 avranno una normativa speciale per il sovraindebitamento delle persone fisiche

Nel 2016 con la Legge Federale n. 9, gli UAE avevano già riformato la normativa sull’insolvenza, adeguandosi a principi molto avanzati, legati ai concetti di sostenibilità finanziaria introducendo il “cash-flow test” ed in alternativa il “balance sheet test” per valutare la capacità delle imprese di potere fare fronte ai propri impegni finanziari. Con la Legge approvata nel mese di novembre 2019 la normativa è stata ampliata anche alle persone fisiche.

Lo schema base della nuova sull’insolvenza delle persone fisiche degli Emirati non è concettualmente differente da quella Italiana, che per altro ha trovato ispirazione nella normativa americana. E questo appare naturale in una logica di “globalizzazione” normativa, se così si può dire, che si adatta ad una necessità di garantire una libertà di stabilimento delle persone, attraverso anche una uniformazione per quanto possibile, delle regole principali che riguardano le persone fisiche, per operare su di un piano comune con una maggiore sostanziale equità. Cosa questa che pare stia riuscendo in questo particolare settore normativo (grazie anche all’organismo ONU denominato UNICITRAL, che si occupa tra l’altro del Cross-Border Insolvency). Tale sintonia purtroppo non pare sussita invece nell’ambito fiscale dove gli stati, per le più svariate ragioni, ovviamente nella loro piena legittimità, possono anche adottare (o almeno così può apparire) politiche di tassazione che condizionano la concentrazione di attività di imprese in determinati luoghi a scapito di altri.

La nuova normativa consente quindi anche a persone fisiche di addivenire ad una pianificazione ordinata, sotto il controllo della Corte Emiratina, e per il tramite di un professionista, alla sistemazione della propria posizione debitoria, evitando così le pesanti conseguenze di carattere penale che la normativa emiratina da sempre ha posto a carico dei debitori insolventi. Tuttavia, questa normativa non cancella il carcere per i debitori, qualora il piano non giunga a termine nel rispetto dell’accordo presentato ai creditori e da questi accettato.

La tempistica che scandisce l’evolversi della procedura è molto stringente ed il piano che deve essere sottoposto all’approvazione dei creditori, e della Corte, non può avere una durata superiore ai tre anni.

In estrema sintesi il debitore per non essere assoggettato a problematiche di carattere fiscale deve dichiarare il proprio stato di insolvenza al proprio Tribunale di competenza, il quale nominerà un esperto per la redazione di un piano di liquidazione del patrimonio del debitore e di pagamento dei debiti. Se il piano viene accettato dalla Corte qualsiasi azione individuale dei creditori viene sospesa, il piano deve essere accettato dai creditori ed una volta eseguito il debitore è liberato.

Il Governo Federale ha studiato questa normativa anche per rispondere alle esigenze dei molti expat che risiedono nel paese e che possono avere necessità di affrontare le proprie difficoltà finanziare in modo responsabile, riscadenzando i propri impegni, consentendo loro di continuare a lavorare negli UAE.

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